Paolo Venturi analizza la sua Vallecamonica
L’ha vissuta con un trasporto eccezionale e quel carico emotivo lo ha forse condizionato nel non essere abbastanza fluido e slegato negli automatismi di guida, complice anche un assetto che finora non è stato cucito addosso alle sue esigenze ma è stato semplicemente adattato con la pressione di gonfiaggio degli pneumatici, derivando ancora pari pari da quello del precedente proprietario della sua Honda Civic di taglia RS2000.
Il meteo ci ha messo prepotentemente del suo, andando a scompaginare la situazione in tutte e quattro le salite di prova e gara, provocando spesso una diversa situazione di aderenza fra una parte e l’altra della strada, perlopiù su un tracciato che segna medie orarie molto elevate nella parte alta e che richiede quindi una precisione totale nelle traiettorie.
L’analisi di Paolo Venturi e’ come sempre schietta ed analitica:
“Una gara bellissima e ben organizzata come è lo standard per questa competizione organizzata da Aci Brescia. Il grande protagonista è stato il pubblico che finalmente è tornato ad affollare in massa i tornanti tra Malegno e Borno e questa, per noi piloti, è la migliore delle gratificazioni.
Il meteo è stato davvero molto variabile con improvvisi scrosci di pioggia che spesso bagnavano solo una parte del percorso come è avvenuto nelle prove ed in gara 2. Quindi è sempre stato necessario cercare di capire quale fosse il grip dell’asfalto in ogni frangente, considerato che in certi tratti si va davvero forte, nonostante l’inserimento di una quarta chicane che certo non è stata gradita dalla maggior parte dei partecipanti e tantomeno dal pubblico. La mia prestazione è stata decisamente sotto le aspettative, non perché io non abbia dato il massimo ma perché i miei avversari sono riusciti ad interpretare meglio il tracciato, soprattutto nella parte inferiore, quella più guidata, dove in tutte le quattro salite ho accumulato la maggior parte del distacco. Questo è strano perché io di solito mi esprimo meglio nei tratti guidati mentre soffro in quelli più veloci. Ebbene, in Vallecamonica è stato invece l’esatto contrario: sul veloce mi difendevo e perdevo invece nel guidato. Quindi la mia analisi è che il motore c’è, ma il deficit sta nell’assetto che finora non è stato toccato ma che prima della prossima tappa del Bondone dovrà essere bene adattato alle mie esigenze con il conforto delle esperienze fatte finora sul comportamento della vettura. Essendo molto esigente con me stesso ho metabolizzato con travaglio questa gara sotto ritmo come prestazioni, ma già’ da oggi sono proiettato alla prossima sfida di Trento. Grazie sempre ai miei sponsor ed alla mia scuderia, assolutamente imprescindibili nel mio progetto agonistico”.