E il navigar m’è dolce…
Se siete qui a leggere, magari anche voi siete dei.. “marinai del secondo millennio”. Ormai infatti dire di “navigare” in internet è quanto mai appropriato. La rete si ingrandisce ogni istante che passa, ci si trova di tutto ed a volte è divertente lasciarsi trascinare dalle “correnti” che, sotto forma di link, mi trasportano in luoghi impensabili.. c’è sempre qualcosa da imparare, qualcosa che mi colpisce, che mi fa riflettere, in questo mare nero.. immensamente profondo in cui sempre mi trovo.
E qualche giorno fa una foto all’apparenza semplice, ma molto significativa, “pescata” quasi per caso, mi ha fatto molto pensare.. un “esercizio” che può essere travolgente, tanto mi porta lontano. Una bambina accanto a due gomme slick, che sembra giocare con una di queste. Semplice no? Eppure.. una bambina, simbolo dell’innocenza, della trasparenza, accanto ad una componente fondamentale del nostro sport, una delle più “tecnologiche” tra l’altro. La prima cosa che mi è venuta in mente, a me, che forse un po’ nostalgico lo sono, è stato Ronnie Peterson, uno dei talenti più grandi che l’automobilismo abbia mai avuto. Nel 1978 aveva un contratto di seconda guida con la Lotus.
A vincere “doveva” essere Mario Andretti.
A volte, nelle loro noiose cavalcate solitarie Ronnie affiancava Mario in staccata chiedendogli se era tutto ok e poi si rimetteva dietro diligentemente. Volendo, avrebbe potuto fargli un giro intorno ed andarsene, e sperava in un problema del caposquadra per farlo. All’epoca, durante le prove si utilizzavano le famigerate gomme da qualifica. In uno degli appuntamenti, se non ricordo male in Austria a Zeltweg, vennero riservate solo a Mario. Molti di questi racconti sono stati sfumati nella leggenda dal tempo, quel che è certo è che Ronnie, con delle gomme “normali” precedette il suo caposquadra con un giro da antologia. Quando si fermò ai box venne avvicinato da degli increduli giornalisti che gli chiesero: “Ronnie, ma che gomme hai usato”? Lui si girò a guardarle ancora fumanti e rispose con un ghigno.. “rotonde e nere”! Come quelle con cui gioca la bambina della foto..Ronnie era un puro, un gioiello cristallino, non per niente era l’idolo di Gilles Villeneuve. Oggi non è rimasto nulla di quel modo di interpretare le corse. Anche a pensare a ciò che è accaduto al recente G.P. di Montecarlo..
Ma qui il rischio è di lasciarsi trascinare nella retorica, l’episodio di Schumacher e del suo.. parcheggio alla Rascasse non deve trarre in inganno, i campioni non sono mai stati dei santi, Senna non esitò a spingere fuori pista Prost alla prima curva di Suzuka del ’90, ricambiando il “favore” ricevuto dal francese l’anno prima nello stesso circuito e consumando una vendetta rimuginata per un anno intero.
Ma sono reazioni da “uomini” che, giuste o sbagliate, nulla tolgono al valore del pilota.
Insomma.. io l’accostamento della bambina all’automobilismo non lo vedo ancora fuori luogo, in quella foto c’è divertimento, spensieratezza, passione, serenità.. tutto quello che il nostro sport ci dona.
Certo… speriamo che, a proposito di sport “trasparenti”, finite le burrasche giudiziarie, il sig. Moggi non decida di riciclarsi facendosi eleggere presidente della FIA! Ma fino ad allora, portate pure i vostri bambini a vivere questa passione sui circuiti o sulle strade, e se proprio volete portarli allo stadio, dove gli uomini ormai mostrano il peggio di sé, teneteli stretti per mano!
Torno al mio mare, alla prossima, Max