Cronoscalate 68ª Trento Bondone  

Christian Merli spezza finalmente l’incantesimo. Vince la Trento – Bondone davanti a Fattorini

Pegaso Media 2 Luglio 2018

L’occasione era di quelle che non potevano essere gettate al vento. Una Trento – Bondone senza lo spauracchio Simone Faggioli, per Christian Merli, significava l’occasione di giocare il jolly per andare finalmente a vincere per la prima volta la gara di casa, ma anche quella per scrivere finalmente il nome di un trentino in un albo d’oro che non ne riportava più uno dal 1970. Cinquant’anni sono metà dell’intera storia dell’automobile, ha tuonato Antonio Zadra, ovvero l’ultimo driver di casa ad aver esultato qui, per ricordare quanto facesse impressione questo spaventoso vuoto nella lista dei vincitori della più importante gara in salita d’Europa (e forse del mondo, Pikes Peak permettendo). Oggi il baratro è stato bloccato a quota 48, non si potrà aprire ulteriormente.
Il pilota fiavetano non aveva rivali, l’unico vero nemico, oggi, poteva essere un errore e per questo dopo poche curve ha pensato bene di rimandare a tempi diversi la caccia al record e concentrarsi sul primo posto in classifica, tenendo a bada le altre due Osella FA30 motorizzate Zytek: quella di Michele Fattorini e quella di Diego Degasperi, che dopo aver provato l’ebbrezza del podio un anno fa, questa volta sperava di poter provare quella del secondo posto assoluto. Christian ha chiuso la propria prova in 9’21”53, secondo miglior tempo della sua carriera in Bondone (il migliore è il 9’19”64 del 2017), lasciando a 10”88 l’orvietano, comunque soddisfatto per la prova disputata, e a 18” netti l’altro trentino. Una gerarchia di valori abbastanza precisa.
Subito sotto al podio ecco un altro protagonista ormai storico di questa gara, il veronese Federico Liber, che ha chiuso in 9’46”64, confermando l’agilità della propria Gloria C8P e fissando il miglior tempo da quando vi partecipa, seguito dal lucano Achille Lombardi su Osella PA 21 Jrb Bmw, con cui ha vinto il gruppo delle biposto E2SC, davanti al giovane Ivan Pezzolla, autore di ottimi passi in avanti nello sviluppo dell’Osella PA 21 Bmw. Importante la settima piazza del padovano Francesco Turatello, impostosi nel gruppo Cn, che ora guida nel Civm. Un tocco di esoticità ha portato l’ottavo posto del maltese Matthew Zammit sulla Radical SR4, che ha preceduto Mirko Venturato su Gloria C8 Light e Stefano Crespi su Osella PA 21 EVO.
Detto dei primi dieci, ha dato spettacolo il foggiano Lucio Peruggini, che alla seconda partecipazione alla Trento – Bondone ha raccolto il secondo successo consecutivo nel Gruppo Gt, in virtù di un’eccezionale Ferrari Gt3 458, dotata di gomme progettate ad hoc per questa gara, e di un già evidente feeling con il percorso. Il suo tempo, 10’29”93, rappresenta il nuovo record della categoria. Dietro a lui il padovano Luca Gaetani su Ferrari 458 GT3, staccato di 5 secondi, e la scatenata coppia trentina composta da Marco Cristoforetti e Giuseppe Ghezzi su Porsche 997 Gt3 gemelle, che alla fine sono stati divisi da appena 11 centesimi, ovvero un’unghia.
In mezzo a loro non devono passare inosservate le prestazioni di altri due trentini, Sante Ostuni, che dopo due sessioni di prova a dir poco tribolate, ha portato l’Osella Pa21 Jrb al 14° posto assoluto con il proprio miglior personale (10’32”10), e Thomas Pedrini, 16° con la piccola Radical Prosport. Tra le silhouette del gruppo E2SH raccoglie un altro successo il bolognese Manuel Dondi su Fiat X1/9, 12° assoluto, avendo ragione di Michele Ghirardo sulla elegante Lotus Exige.
Giornata da ricordare anche per l’altoatesino Rudi Bicciato, che è volato lungo i tornanti alla guida della Mitsubishi Lancer, imponendosi nel gruppo A a scapito delle due Wrc di Tiziano Nones (Ford Focus) e Giorgio De Tisi (Ford Fiesta), il quale si è dedicato anche a regalare qualche “traverso” al pubblico. Tra le cilindrate fino a 2000 Ivano Cenedese si è imposto con la Renault Clio RS, davanti al triestino Paolo Parlato su Honda Civic. In classe 1600 il pugliese Rino Tinella ha vinto al volante della Peugeot 106.
Festeggia anche la trentina Gabriella Pedroni, che dopo 18 partecipazioni chiude con un successo di gruppo. La sua Mitsubishi Lancer non ha trovato avversari fra le N, anche perché Antonino Migliuolo ha dovuto arrendersi lungo il percorso, a causa di un cedimento del fissaggio di una ruota, chiudendo senza nulla in mano un week-end cominciato male. Secondo, a sorpresa, un altro pilota di casa, Dennjs Adami su Bmw M3.
Nel gruppo RS+ è arrivato il successo del trentino Dario Baruchelli sulla MINI Cooper Works, gemella di quella del rallista Roberto Mogentale, che hanno preceduto sul podio Gianluca Grossi, primo delle aspirate su Renault Clio RS. Nel gruppo Rs vittoria del reatino Antonio Scappa, che con la MINI Cooper Works ha polverizzato il record di categoria ed ora è solo al comando del tricolore. Seconda posizione per il trentino Stefano Zanardelli, che su MINI Cooper Works ha portato sul podio l’iniziativa “Un Sogno per Vincere”, insieme ad Alex Zaninelli, bresciano ma trentino d’adozione, su vettura gemella.
Passando alle vetture storiche, sventola in cima alla classifica assoluta, la bandierina di Adolfo Bottura, che dopo la delusione del 2017, ha trovato i giusti assetti per la propria March 712M, già di Vittorio Brambilla, vincendo in 11’14”74, davanti al temibile pisano Piero Lottini su Osella Pa 9/90 e al trentino Alessandro Zanolli su Ford Sierra Csw. Appena fuori dal podio un altro driver di casa, impegnato anche nell’organizzazione della cronoscalata, Maurizio Pioner, che ha guidato una splendida Lancia Delta Hf. Solo settimo Jean Marie Almeras, che ha però potuto mostrare ancora una volta al pubblico la propria elegantissima Porsche 935.
Soddisfatto, al termine della manifestazione, lo staff della Scuderia Trentina guidato da Fiorenzo Dalmeri, dato che tutto è filato liscio per due giorni, anche grazie al meteo, che ha garantito una domenica senza pioggia, ma non eccessivamente calda. Da domani si comincerà a pensare alla 69ª edizione, inserita anche nel calendario europeo come avviene negli anni dispari.

Le voci dei protagonisti della 68ª Trento-Bondone

Christian Merli (1° classificato assoluto)
«È stata una gara difficile, avevo tanta pressione addosso e non potevo fallire l’obiettivo, anche se sapevo che gli altri non sarebbero andati a spasso. Prima del passaggio a Sardagna ho perso due volte il posteriore in maniera brusca e a quel punto ho cominciato a pensare meno al tempo e più ad arrivare al traguardo, che era quello che contava. Posso dire che è la fine di una maledizione, ci sono spesso andato vicino ma non avevo mai centrato l’obiettivo, anche se va detto che nelle ultime due edizioni Faggioli aveva fatto segnare tempi bassissimi. La mia macchina è eccezionale nelle gare medio-veloci, abbiamo abbassato cinque record in questa stagione. Dobbiamo sistemare la pecca che abbiamo sui tornati, dove soffriamo. E qui alla Trento-Bondone ce ne sono parecchi. Mi sono tolto un peso e preso una bella soddisfazione. Non potevo fallire. Sono contento di aver riportato la gara di casa in Trentino dopo 48 anni dal successo di Zadra. Lo vedo tutti gli anni e mi ha sempre incoraggiato. Averlo trovato all’arrivo è stato davvero bello».

Antonio Zadra (vincitore dell’edizione della Trento-Bondone del 1970)
«È stata una liberazione anche per me. Era passato troppo tempo dalla mia vittoria, ormai più di un’epoca. Della Trento-Bondone del 1970 ricordo soprattutto la folla, una marea di gente. Ai miei tempi c’era più battaglia, ricordo che i primi dieci erano racchiusi in pochi secondi. Ad ogni modo andare forte è sempre difficile, in ogni epoca. Cambiano le macchine ma bisogna pur sempre portarle al traguardo e cercare di sfruttare al massimo il loro potenziale. Dopo il ‘70, rischiai altre due volte di vincere: una volta si fermò la macchina, un’altra sbagliai io, quando avevo 15 secondi di vantaggio a metà gara. Sono contento per Merli e di essermi goduto lo spettacolo. La voglia di guidare ci sarebbe ancora».

Michele Fattorini (2° classificato assoluto)
«Mi sembra di vivere un sogno. Il mio obiettivo era quello di ripetere il 9’42” di due anni fa, in quella che fu la mia prima partecipazione. Sabato sono riuscito a prendere parte solamente a una delle due prove, quindi ho dovuto affrontare una difficoltà in più, perché in una gara come questa l’esperienza conta tantissimo e io già non avevo molta. Quando ho letto sul tabellone 9’32” non volevo crederci. Voglio ringraziare mio padre, Adolfo Bottura e Romano Fortunato, i principali artefici di questa bella prestazione. La dedica va a loro. Il tempo si può ancora abbassare, anche perché è solo la seconda volta che partecipo. Questa è una gara magica e se potrò non mancherò mai».

Diego Degasperi (3° classificato assoluto)
«Nella notte della vigilia avevo sognato il secondo posto, ma i sogni lasciano il tempo che trovano. Sono sceso sotto il muro dei 9’40” e lo ha fatto anche Fattorini. Si è meritato il secondo posto, così come io mi sono meritato il terzo. La strada era un po’ scivolosa. Ho montato delle coperture nuove, ma la gomma è andata in crisi subito, probabilmente per il fatto che anche nella notte c’è stato caldo, che è stato quindi trattenuto dall’asfalto. In condizioni ottimali penso che avrei potuto fare di meglio, anche perché sabato pomeriggio ho fermato il cronometro sui 9’49” con delle gomme vecchie, quelle del record di Simone Faggioli dello scorso anno. Ho portato la macchina al traguardo e sono salito sul podio per il secondo anno consecutivo. Va benissimo così».

Federico Liber (4° classificato assoluto)
«Non mi aspettavo di fare un tempo così basso, anche perché nel finale ho avuto qualche problema di elettronica e al motore. Sono incredulo e contento. Gomme e macchina perfette, giornate così non capitano spesso. Fino all’ultimo intermedio al Norge sono andato fortissimo. Il tempo comunque è ottimo. È stata la mia diciassettesima Trento-Bondone, la gara più difficile, completa e bella. La chiamano università delle salite, ma qui per andare forte bisogna essere piloti completi. Per questo sono doppiamente contento del mio risultato».

Achille Lombardi (5° classificato assoluto e 1° classificato categoria E2SC)
«Dopo la seconda prova di sabato ero fiducioso. Mi sono fatto prendere un po’ dalla foga e ho surriscaldato un po’ le gomme nella parte iniziale di gara. Ho pagato un po’ dazio nel finale. Si poteva fare qualcosa meglio, ma ho comunque abbassato il record della mia categoria e sono contento così. Con uno stimolo in più per la prossima edizione».

Lucio Peruggini (1° classificato categoria GT)
«Con il team abbiamo fatto un lavoro pazzesco. Abbiamo costruito delle gomme appositamente per la Trento-Bondone. Abbiamo tenuto ritmi insostenibili per oltre 17 chilometri. Mi sono giocato una decina di jolly. Sono felicissimo. Questa è la salita più bella d’Europa, con un’organizzazione da dieci e lode e un pubblico sempre meraviglioso. È stato bello duellare con gli amici Cristoforetti e Ghezzi. In mattinata abbiamo guardato assieme a Marco il mio camera-car. Abbiamo giocato a carte scoperte da veri gentlemen, l’amicizia al primo posto e poi la competizione. Tempo difficile da abbassare? Con le vetture progrediamo, quindi spero di riuscire in futuro a fare ancora meglio».

Marco Cristoforetti (3° classificato categoria GT)
«La macchina era perfetta, messa a punto dall’amico Giuseppe Ghezzi. Quello che potevamo fare lo abbiamo fatto, tra l’altro abbiamo chiuso a 11 centesimi l’uno dall’altro. Battere Peruggini non era possibile, perché è un campione, ha una grande macchina ed è un grande driver. Il mio obiettivo era quello di provare a scendere sotto il muro dei 9’40”: è venuto un 9’37” che è un bellissimo tempo, grazie anche alle condizioni meteo favorevoli. La Trento-Bondone si è confermata ancora una volta una gara fantastica ed è sempre bello ritrovarsi a gareggiare e a confrontarsi con tanti amici».

Rudy Bicciato (1° classificato gruppo A)
«Speravo in un buon riscontro cronometrico e se sono riuscito a guidare bene è grazie alla tranquillità che mi viene trasmessa dalla mia famiglia, da mia moglie e dai miei figli. La macchina ha risposto molto bene e non ho avuto i problemi ai freni riscontrati negli ultimi anni da metà in poi. Sto correndo ogni anno con qualche cavallo in meno per essere più sicuro. La performance è stata ottima, anche perché non avevo gomme nuove. Era da qualche anno che non riuscivo a vincere nel mio gruppo. Di Trento-Bondone ne ho fatte tantissime ed è sempre bello. Conosco bene il percorso, ma anche quest’anno qualche ricognizione l’ho fatta, perché penso sia sempre importante».

Tiziano Nones (2° classificato gruppo A)
«La differenza tra me e Bicciato penso l’abbiano fatta le gomme. Pensavo sinceramente di riuscire a stare sui 10’52”, 10’53”, ma purtroppo il tempo è stato di qualche secondo più alto. Abbiamo abbassato un po’ la gomma, ma quando la macchina in curva non è stabile bisogna alzare il piede. Il secondo posto di gruppo è comunque un bel risultato».

Gabriella Pedroni (1ª classifica categoria +3000)
«Finalmente la vittoria è arrivata, la prima per me. Ce l’ho messa tutta e al 18° tentativo ce l’ho fatta. Era importante fare un bel risultato anche per rafforzare la leadership nel campionato italiano. Un successo stupendo, con un grandissimo tempo. La concorrenza non è mancata. Mi spiace per Migliuolo che ha avuto in inconveniente. Quando ho visto il riscontro cronometrico ero felicissima. Voglio ringraziare mio padre che mi ha sempre incoraggiata a crederci, poi Rudy Bicciato, Adriano Capraro, il mio fidanzato Stefano. Lo ringrazio perché sono degli uomini che credono in una donna. Il peso su macchine come la mia è importante: mio padre tra l’altro mi ha regalato dei cerchi ultraleggeri per la Trento-Bondone e lo ringrazio doppiamente. Vincere qui era importante per la classifica dell’Italiano, ma non potrò mollare fino alla fine perché c’è grande bagarre e gli avversari sono molto forti».

Dario Barucchelli (1° classificato categoria RS)
«Passare dalla Ferrari alla Mini è stata una bella scommessa. Alla fine vinta, divertendosi. Tornare al cambio manuale, in una categoria in cui le macchine sono comunque molto competitive. Arrivare al traguardo e vincere non può che lasciarmi soddisfatto. È stata una Trento-Bondone più impegnativa, ma sicuramente bella e divertente. Non meno dello scorso anno».

Adolfo Bottura (1° classificato vetture storiche)
«È il secondo anno che mi cimento con le vetture storiche, ma dodici mesi fa fui messo fuori gioco da un guasto meccanico nelle prove. Disponevo di una macchina rivista e avevo grande voglia di rifarmi, una sfida con me stesso in primis. Grazie al lavoro del team, la macchina era perfetta e mi mi sono divertito molto a guidarla. Il weekend è andato bene fin dalle prove di sabato e ne è uscito anche un tempo discreto. È un’esperienza diversa, un tipo di guida differente rispetto a gareggiare con un’auto moderna e mi sono divertito. Penso che farò altre gare con questa vettura, anche se aver vinto la Trento-Bondone significa aver centrato l’obiettivo che vale un’intera stagione».