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Una triste domenica per il motorismo internazionale

E’ stata una domenica triste per il motorismo mondiale, quella dello scorso 23 agosto, infatti, in un solo colpo, abbiamo perduto per sempre, due protagonisti di altissimo livello, le cui gesta ed il cui ricordo rimarranno comunque indelebili nella storia della velocità.
Rosario Lo Cicero 25 Agosto 2015

Il primo è l’anziano costruttore di automobili Guy Camille Ligier, l’altro è il ben più giovane pilota Justin Wilson. Analizziamo questi due fatti tragici e raccontiamo, in breve, la storia di questi due personaggi.
Lo 85enne, Guy Camille Ligier, ex pilota e costruttore francese, era nato a Vichy il 12 luglio 1930. Rimasto orfano in giovane età, trovò nello sport il conforto necessario per alleviare le sue tragedie familiari. Giocò a Rugby e fu anche Campione di Francia di Canottaggio, prima di passare, alla fine degli anni ’50, al motociclismo. Nel 1959 divenne Campione francese della classe 500cc e prese parte, con una Norton, al Campionato Mondiale. Negli anni ’60, forte anche di una consolidata situazione economica, sviluppata nell’ambito degli appalti nelle opere pubbliche, Guy passò all’Automobilismo. Questa sua avventura di pilota, s’interruppe quando il suo carissimo amico, Jo Schlesser, con il quale aveva iniziato a gareggiare con le moto per poi proseguire in F1 e con i prototipi, perse la vita, al volante della Honda RA302, durante il GP di Francia, disputatosi a Rouen.
Nel 1969 fondò la casa automobilistica Ligier e, in ricordo dell’amico perito nel tragico incidente di Rouen, diede vita ad una serie di vetture da competizione che portavano come sigla iniziale “JS”, le iniziali appunto di Jo Schlesser.
Dopo la costruzione di alcuni prototipi, nel 1970, nacque la Ligier JS2 equipaggiata con il V6 Maserati, alla quale seguì la Js3, con la quale la Casa Automobilistica si presentò, con scarsa fortuna, alla 24h di Le Mans dello stesso anno.
Tra il 1976 ed il 1996, la Equipe Ligier vinse ben nove Gran Premi, grazie a piloti del calibro di Jacques Laffite, Didier Pironi, Patrick Depailler e Oliver Panis, per poi essere ceduta a Flavio Briatore che la girò, in seguito all’ex Campione del Mondo di F1 Alain Prost.
Guy Ligier entra di diritto nella storia dell’automobilismo e sarà per sempre ricordato come un duro animato da grande passione per la velocità.
Sempre nella stessa tragica domenica 23 agosto, nel corso della gara di Indycar svoltasi sul velocissimo ovale di Pocono, il 37enne pilota del Team Andretti, il britannico Justin Wilson, il quale aveva anche gareggiato in F1 nel 2003, con i Team Minardi e Jaguar, è deceduto in un incredibile incidente. Sul finire della gara, il pilota Sage Karam è andato a cozzare violentemente su uno dei muretti della pista ed il suo alettone, staccatosi dalla vettura, ha colpito violentemente il casco del sopraggiungente Wilson. Immediatamente soccorso dai sanitari, è stato trasportato nell’attrezzato e vicino ospedale di Allentown, in Pennsylvania, ma, dopo 24h di coma, le sue condizioni, riconducibili al grave trauma cranico riportato, si sono aggravate e Justin, che non hai mai più ripreso conoscenza, è deceduto.
Non era certo il primo incidente della carriera, Wilson, nato il 18 luglio 1978 a Sheffield, nel Regno Unito, ne aveva già avuti diversi, nel 2011, nel 2012 e 2013 e molte erano state le fratture riportate. La innata passione e la irrefrenabile desiderio di velocità, lo avevano sempre portato a tornare in pista. Da pilota di razza, aveva recentemente dichiarato, a proposito d’incidenti e di guai fisici.
La Sicilia motoristica, esprime alla famiglia di Justin Wilson, unendosi alle tristi frasi scritte, sulla sua pagina facebook, dallo sconfortato Mario Andretti, Team Manager della Equipe del pilota scomparso: “Devastati dalla morte di Justin Wilson, chiedo perché? Ho pregato per lui. Dio ti prego ora benedici Julia ed i ragazzi e il fratello Stefan”.