Il ritorno alle corse di Denny Zardo
È tornato a correre in qualità di portacolori della scuderia Speed Motor di Gubbio e subito ha recitato un ruolo da protagonista, conquistando il secondo posto assoluto nella Morano-Campotenese, cronoscalata valida per il Trofeo Italiano di Velocità in Montagna. Denny Zardo, un titolo europeo e due italiani in questa specialità dell’automobilismo, si è inchinato soltanto a Domenico Cubeda, realizzando ottimi tempi nelle due manche al volante della Lola Dome e portando via il primato nella E2M. Quanto bisogno sentiva di tornare a cimentarsi in salita il 39enne pilota trevigiano di Arcade? “L’automobilismo è la mia vita – premette Zardo – e sentivo perciò un “umano” bisogno di riprendere in mano il volante. Sotto questo profilo, fra salita e pista non vi è differenza”. E a quanto risulta, l’astinenza dalle gare non ha inciso sul risultato, considerando per giunta che Cubeda disponeva di una vettura molto potente? “Sì, anche se mi posso ritenere fortunato, perché nel corso della prima manche mi sono girato e soltanto la bandiera rossa data in precedenza mi ha concesso una seconda possibilità. Nella seconda salita (tempo abbassato di 2”78 rispetto alla prima n.d.a.) sono invece andato molto bene, grazie anche alla scarica di adrenalina che mi ero preso”. C’è adesso l’intenzione di proseguire, magari disputando il campionato italiano della montagna o una buona parte di esso? “Non lo so, perché ho impegni con il lavoro quotidiano fissati da tempo e quindi li debbo rispettare. Per questo motivo, ad esempio, sono costretto a saltare l’appuntamento tricolore di Sarnano. D’altronde, non avendo varato un programma a inizio anno, ora dovrò correre in base alle disponibilità che ho nei fine settimana”. E di questo passaggio alla scuderia Speed Motor? “E’ stato possibile grazie al Team Dalmazia Motorsport e al suo manager, Pasquale Scaramella, che posso solo ringraziare. Era per me importante rientrare, anche per capire se c’era ancora la necessaria qualità, perché comunque quella che conta è la prova dei fatti. Sono perciò contento di questa operazione portata a termine, che mi ha anche permesso di conoscere Tiziano Brunetti, patron della Speed Motor e di trovarmi in sintonia con lui”.