• 63ª Cronoscalata Svolte di Popoli
    Vincenzo Ottaviani: Le mie Svolte, una storia di passione, emozioni e velocità
    Vincenzo Ottaviani 20 Agosto 2025

  • Vincenzo Ottaviani: Le mie Svolte, una storia di passione, emozioni e velocità

    A poco più di una settimana dalla fine delle mie Svolte, ora che il cuore va più lento, ora che i pensieri nella testa di districano, ora che l’adrenalina è scesa, è il momento di tirare le somme di un’edizione molto intensa, a livello emotivo, fisico, mentale.

    Questa, con le curve della MIA gara, è una storia che parte da molto lontano, da un piccolo Vincenzo che, nato a ridosso di un’edizione Europea, ha sentito fin da subito l’esigenza dei motori, ha sentito qualcosa che lo spingeva verso quel mondo, verso quell’immensa e bellissima realtà fatta di eroi da applaudire su un muretto, di motori che ruggivano, di velocità, di colori, di volti, di sogni da inseguire, senza badare al caldo, alla pioggia, alla stanchezza, alle notti in bianco.

    E quasi sogni, anni dopo, sono diventati realtà e mi sono buttato a capofitto in quel mondo, quello delle salite vere, fatto di nottate in officina, di sacrificio, di auto preparate in casa, fatte di collaborazione e di aiuto, quel mondo che è stato sempre contrario a quel professionismo che ora vogliono a tutti i costi imporci.

    E mentre butto giù queste righe e questi pensieri mi rendo conto che sono 20 anni che questo meraviglioso demone si è preso la mia anima, 20 anni da quando ho indossato per la prima volta tuta e casco, 20 anni da quando sono entrato in punta di piedi nelle cronoscalate, 20 anni in cui sono cambiato, sono cambiate le mie prospettive ma non è cambiato mai l’amore.

    Sono partito da delle piccole turismo, quelle che per tantissimi come me sono state la nave scuola, il punto di partenza, il “primo bacio” di una bellissima storia ma oltre alla grande possibilità di gareggiare ho avuto la fortuna di incontrare sul mio cammino persone fidate, di grande esperienza che hanno avuto il merito di istruirmi, accompagnarmi verso quella che sarebbe stata la mia carriera.

    Certo non sono mancati momenti pesanti, incidenti, delusioni, piazzamenti ed errori che col senno di poi avrei evitato, ma nulla ha fatto mai scemare le mie emozioni e questa forza, che viene anche dalle persone che ho sempre avuto vicino, mi ha fatto togliere tante soddisfazioni. Sono arrivate vittorie, titoli, questa mia passione mi ha portato a girare l’Italia, a conoscere nuovi amici, nuovi avversari, mi ha fatto crescere come uomo e come pilota.

    Ma come ho precedentemente detto tutto sta volgendo al professionismo e mi sono trovato ad un bivio che ha portato a scegliere di abbandonare le turismo che tanto amo e che tante soddisfazioni mi hanno dato per passare alle vetture senza tetto.

    Ho avuto varie esperienze, anche deludenti ma fortunatamente con Wolf Racing Car dei fratelli Bellarosa ed in particolare con la divisione Hill Climb gestita dai fratelli Fravolini ed Eugenio Molinaro ho trovato la dimensione di cui avevo bisogno, un ambiente professionale ma estremamente familiare, aperto al confronto, mai avido di informazioni, un ambiente il cui la collaborazione e la condivisione sono fondamentali. Diciamo professionisti seri e competenti con quel tocco di salita vecchio stile che non guasta mai.

    Ed è grazie a loro se ho vissuto la più intensa gara di casa della mia vita.

    Per mantenere le mie passioni “purtroppo” ho bisogno di lavorare e quest’anno il lavoro mi ha portato via gran parte del venerdì. Si perchè la gara di casa è molto particolare, si diventa il punto di riferimento per tutti gli amici, piloti e non che vengono da fuori e hanno bisogno, del gommista, della farmacia, del dentifricio, di qualsiasi cosa o anche solo di fare un passaggio sul percorso per rinfrescare la memoria e per ripassare le curve.

    Nelle gare fuori ho la mia routine, riesco ad isolarmi dal contesto e a seguire uno schema ben consolidato negli anni, che mi permette di mantenere la concentrazione e di avere il focus sul tipo di corsa che devo affrontare ma si sa, a casa saltano tutti i piani. Ma per dovere di ospitalità e di amicizia si fa anche questo.

    Buona parte della tranquillità che mi serviva però, me l’ha data il team che, anche se non sono stato sempre presente, mi ha fatto trovare la macchina pronta, in ordine e in attesa solo di essere accesa per partire verso la linea di partenza.

    La cena con loro è stato il primo vero momenti di confronto, una sorta di briefing pre gara, intervallato dai buonissimi prodotti culinari della nostra zona.

    Il sabato è iniziato con una sorta di ansia, di insoddisfazione, sapevo e sentivo che c’era qualcosa che non andava. Sono arrivato in entrambe le salite verso la linea di partenza, ho dato uno sguardo allo striscione che abbiamo appeso in memoria di Giordano, e sono partito ma è stata una giornata totalmente sottotono.

    Si, Giordano, Jordan, Giordano di Stilio, non so come eravate abituati a chiamarlo, è stata un’assenza che ha pesato, un pilastro della storie delle Svolte, uno di quelli con cui ho condiviso tanti paddock e tante gare, uno che era quasi un fratello, sapevo che mi avrebbe guardato da lassù, sapevo che c’era ma la sua assenza fisica mi ha destabilizzato tanto da farmi passare un sabato strano, diverso dal mio solito.

    Un pò di demotivazione ha preso il sopravvento ma i ragazzi di Wolf hanno di nuovo sconvolto i miei piani e mi hanno dato nuovi stimoli, stravolgendo la mia Thunder, le mie motivazioni, le mie sensazioni e la mia gara.

    Domenica è stato diverso. Ero concentrato, convinto, sul pezzo. Le modifiche suggeritemi hanno funzionato.

    Prima, seconda, terza, i giri aumentano, le vibrazioni del carbonio e i battiti del cuore anche, le curve che conosco come le stanze di casa mia, scorrono veloci, scorrono veloci i pensieri, mentre ripasso tutti i riferimenti, li riporto alla guida ad una velocità che spesso si avvicina ai 200 km/h, ma la Wolf fa quello che deve, mi da sicurezza, passo il punto dove lo scorso hanno è finita la mia gara, non ci penso, manca poco all’arrivo, affronto le ultime curve, l’ultimo tornante, bandiera a scacchi.

    In gara 1 raggiungo il tempo che ho sempre sperato, 3′.23″.30, il record di classe E2-SS 1600, dopo quello in N1600 ancora il mio nome tra quelli che hanno fatto la storia della mia gara, un tempo che fino a qualche ora prima sembrava un miraggio, che sembrava irrealizzabile, un tempo che poi, quando l’ho letto sul display subito dopo l’arrivo, ha fatto si che l’emozione prendesse il sopravvento. Sono scese tante lacrime e i pensieri sono diventati un vortice. Giordano, me da bambino su questi muretti, i sacrifici, le notti insonni, i chilometri macinati in giro per l’Italia, le soddisfazioni, le delusione, chi mi è stato sempre vicino, chi mi ha ostacolato ma non è riuscito a fermarmi. Avrei voluto rivivere quei 7 chilometri e mezzo ancora e ancora, vorrei riviverli anche adesso perchè sono stati un punto cardine dei miei 20 anni di carriera, l’emozione più forte delle 19 volte al via della mia gara.

    Le emozioni salgono anche ora che ripenso, che rivivo ogni centimetro di quella salita.

    Ma tutti sapete che i risultati non si raggiungono mai da soli ed è per questo che voglio ringraziare i fratelli Bellarosa e Wolf, il fantastico team che mi ha seguito, consigliato e che mi portato a questo enorme risultato ovvero Andrea e Diego Fravolini, Marco, che per me saranno sempre gli uomini dei cambiamenti dell’ultimo secondo, persone che non hanno mai disatteso ogni mia richiesta, che hanno risposto sempre ad ogni mia domanda e che hanno sfamato la mia fame di sapere sulle auto, sulla tecnica, sulla meccanica e su ogni aspetto. Grazie alla mia ombra Danny Cicconetti che mi ha seguito ogni istante, in ogni centimetro e che ha condiviso con me ogni emozione, alla mia famiglia Rosa e Rossana, che non sono mai gelose del mio amore per le Svolte di Popoli, vorrei dire grazie a Giordano se oggi sono così, la sua amicizia, le sue telefonate, che quello che mi ha insegnato e che abbiamo imparato insieme mi hanno fatto diventare il pilota che sono oggi.

    Vorrei ringraziare chi mi ha portato per mano fin dal primo giorno in questo mondo, chi mi ha fatto crescere aiutandomi o ferendomi, a quelli che sul percorso hanno fatto il tifo per me, agli amici, a chi ha immortalato con foto e video ogni istante, chi ha reso questo weekend intenso da far paura ma indimenticabile.

    Grazie alla mia scuderia, la Speed Motor e al presidente Tiziano Brunetti che in questi ultimi anni è stato amico, consigliere, padre sportivo e mentore, che non mi ha fatto mancare il suo supporto nei momenti positivi e soprattutto in quelli negativi.

    Vorrei dire grazie Stefano Di Fulvio, talento pure e cristallino con il quale ho avuto l’onore di condividere la “top five” della gara, per aver riportato l’Abruzzo sul gradino più alto del podio della gara abruzzese per eccellenza.

    Grazie anche ai miei sponsor, che mi danno l’aiuto, il supporto e la fiducia necessari per continuare a credere nei miei sogni.

    Vorrei per ultimi, non per importanza, ringraziare Quelli delle Svolte che ogni anno danno anima e cuore per allestire e per far girare l’enorme macchina organizzativa delle Svolte dando lustro e notorietà anche alla nostra piccola cittadina.

    Si mi sono dilungato, forse sono stato anche un tantino mieloso ma auguro a tutti voi appassionati di salite, di mettere tuta e casco, di essere al posto di quelli che osannavate da bambini e di riuscire, dopo tanto sfighe, ad essere tra i più veloci della vostra gara, perchè si può correre in tutto il mondo ma la gara di casa darà sempre tante tante emozioni in più.

    Lunga vita alle Svolte, viva le salite.




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