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    Una “Grande Corsa” controversa per Domenico Guagliardo
    IL NOTO PILOTA-PREPARATORE SICILIANO LAMENTA UNA GESTIONE OPACA IN SEDE DI VERIFICHE POST-GARA DA PARTE DEL COLLEGGIO SPORTIVO
    Ufficio Stampa 21 Novembre 2018
  • Palermo – Seppur già trascorse oltre due settimane dalla disputa de “La Grande Corsa”, rally riservato alle autostoriche e andato in scena nel Torinese e concluso sul podio del 4° Raggruppamento, il noto pilota-preparatore Domenico “Mimmo” Guagliardo ha continuato a rimuginare su quanto avvenuto a ruote ferme, lamentando atti opachi nel post-gara.

    «Una volta archiviato l’impegno agonistico, ho presentato un reclamo nei confronti di un concorrente in quanto ritenevo che la sua vettura non fosse conforme ai regolamenti tecnici vigenti – ha sottolineato Guagliardo – In sede di verifica, seppur effettivamente riscontrata un’irregolarità sul mezzo da parte del delegato, il collegio dei commissari sportivi, invece che applicare la normativa comminando una squalifica al conduttore ed estrometterlo dalla classifica ufficiale, si è limitato ad ammonirlo adducendo motivazioni a dir poco opinabili, riportate nel verbale redatto. Credo che, al riguardo, non esistano precedenti e, ad ogni modo, farò pervenire un esposto alla procura federale per una questione di principio, certo, ma soprattutto per un atto di giustizia».

    Andando, invece, alla mera cronaca, l’esperto driver palermitano, già vincitore della passata edizione della competizione piemontese e al via su Porsche 911 Sc Rs di Gruppo B, in coppia col fido concittadino Franco Granata, ha pagato lo scotto delle precarie condizioni del fondo stradale tanto da essere “vittima” di un’uscita di strada nella prima prova speciale; un episodio che, giocoforza, ne ha condizionato la performance nel corso dell’intera manifestazione.

    «Pioggia, nebbia, fango e assenza di grip mi hanno indotto a maggior prudenza, soprattutto, dopo il ‘lungo’ in apertura che mi ha catapultato in un burrone – ha aggiunto Guagliardo – Uscitone a fatica ma, per fortuna, senza gravi conseguenze, ho proseguito abbassando i ritmi. Non valeva la pena correre altri inutili rischi, contava solo arrivare indenne al traguardo».


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