Gli è successo di tutto nella salita più lunga dell’intero Campionato Europeo, ma non ha perso il controllo della Lancer e ha ottenuto comunque il miglior tempo di Gruppo 3, più alto della sua unica manche di prova. La quinta vittoria in sei gare significa primato a punteggio pieno e margine più ampio sugli avversari
Peccato per Cristofoletti stoppato da un ko meccanico

Se la dea bendata gli aveva un po’ voltato le spalle una settimana fa all’Ecce Homo, in Repubblica Ceca, stavolta alla Trento Bondone si è tenuto O’Play sotto la sua protezione fino all’ultimo dei 17300 metri della cronoscalata più lunga dell’intero campionato. Basti pensare che appena partito si è staccato un tubo di refrigerazione dell’intercooler e il pavimento della Mitsubishi Lancer si è letteralmente allagato. Lui con i piedi a mollo non ha perso la concentrazione, nemmeno quando dopo circa 8 km ha sentito un colpo al posteriore, la marmitta che ha ceduto di schianto. Così con un rombo assordante è andato avanti, felice che non fosse problema di semiasse, però il motore non andava più sopra i 6500 giri. Basta così? Nemmeno per sogno, un incubo si materializza a poco più di 1 km dall’arrivo quando esplode la turbina e un principio d’incendio si materializza sul fondo vettura. Però O’Play ha tenuto duro e tagliato il traguardo in 10’53”558 alla media di 95,3 km/h, staccando comunque gli avversari. Vittoria di Gruppo 3 da aggiungere alle altre quattro di questo primo segmento dell’Europeo, per un totale di 125 punti. Ovvero il massimo possibile, l’en plein che gli fa condurre da dominatore la graduatoria provvisoria di categoria 1. Ovviamente lui, Antonino Migliuolo, non è appieno soddisfatto: “Avevo il record per le mani”, pensando che ieri nell’unica prova ha fatto 10’37”755. Ma va bene così e bisogna anche consolare chi, invece, non ha avuto fortuna. Filippo Crostofoletti è stato costretto al ritiro da un guasto meccanico sulla Citroen Saxo by Phoenix. Cose che succedono, amen.