La parabola del Costo: tra i big e gli ultimi la passione è la stessa
Vicenza – Tutti a stropicciarsi gli occhi con il record di Simone Faggioli sulla Norma M20 Fc: 9910 metri in 4’03’’34 alla media di 146,6 km/h. Tenendo poi in grande considerazione il 5’35’’17 di Mario Sala su Porsche 906 alla media di 106,4. Quasi nessuno ad accorgersi del 7’16’’66 di Andrea Steffan (media 81,7 km/h) guidando da debuttante in salita una Peugeot 106 Gruppo A di 1400 cc, e tanto meno del tempo di 8’58’’47 fatto segnare da Fausto Liani su Alfa Romeo Gt 1600 cc, 1° Raggruppamento (media 66,3). Cose dell’anno scorso, gli ultimi arrivati rispettivamente tra le vetture moderne e le storiche. Ma la parabola del Costo, come di tutte le cronoscalate, è questa: “Tra i big e gli ultimi la passione è la stessa”.
ANDREA STEFFAN. “Il Costo 2017 è stata la mia prima vera gara – racconta il trentenne padovano – dopo qualche esperienza di formula driver, prima volta al guidante di quella Peugeot 104. Ho noleggiato la macchina, montato delle gomme senza pretese, affrontato tutto al minimo di spesa, attento a non fare danni.
Qualche giro di ricognizione, la difficoltà di memorizzare il percorso, un autodidatta in ogni senso. Mi sono comunque divertito molto, poi non ho corso più e adesso ci riprovo con una Renault Clio Cup appena acquistata, Classe Racing Start Plus 2000. Credo dovrei riuscire agevolmente a migliorare la mia prestazione di dodici mesi fa, ma la cosa importante sarà condividere un’emozione in un contesto sportivo molto stimolante”.
FAUSTO LIANI. Sessantacinque primavere portate con l’orgoglio di un “pellegrino delle salite”. Perché il driver udinese appartiene alla categoria dei gentlemen che partono nel weekend con il camper e il carrello, tirandosi dietro il proprio “cavallo a motore”. Nel suo caso un’amatissima storica Alfa che gli appartiene dal 1992 e con la quale ha vinto il titolo turismo 2015 di categoria andando a prendere punti anche a Cefalù in Sicilia.
E viene facile dire “quanta strada ho fatto dalla punta al tacco dello Stivale. Ho corso in pista e nei rally, ma quello che ti danno le salite è un’adrenalina unica. Mi piace fare tutto da solo in campo gara – confessa candidamente – e se qualcosa va oltre le mie possibilità, prendo e torno a casa. L’anno scorso nelle prove del sabato ho avvertito un problema al cambio. Poi domenica ha ceduto subito al via e fare tornanti e chicane con la sola terza marcia è stata davvero dura. Ecco spiegato il mio tempo altissimo. Adesso spero di tornare con più fortuna a Cogollo del Cengio per iniziare nel migliore dei modi la nuova stagione”.