E' la sua prima volta alla Osnabrücker Bergrennen che ha un tracciato di appena 2 km senza tornanti. "Sono qui per imparare, inutile fare pronostici, non so nemmeno quanto vada bene alla Lancer. E' una nuova avventura, quasi certamente pioverà e non prenderò rischi, sarebbe assurdo in questa fase di campionato"
Phoenix Racing Team 1 Agosto 2025
Foto Sebastien Beyer
Lassù al nord, in quella che è oggi la Bassa Sassonia, non andò bene ai romani, sconfitti dalle riottose tribù germaniche. Duemila anni dopo, una lezione di prudenza, con tanti scongiuri, per O’Play che per la prima volta si trova a Hilter-Borgloh, base operativa di una (per lui) inedita Osnabrücker Bergrennen, anche se la cronoscalata tedesca segna la 57ª edizione. Tracciato corto, cortissimo: appena 2.030 metri senza tornanti, dislivello di 73 e pendenza media del 4,5 per cento.
Difficile capire perché l’abbiano messa a calendario, tuttavia è uno scoglio da superare. “Sono qui per imparare, inutile fare pronostici, non so nemmeno quanto vada bene alla mia Lancer. E’ una nuova avventura, quasi certamente pioverà e non prenderò rischi, sarebbe assurdo in questa fase di campionato”. Proprio così. Al settimo capitolo del Campionato Europeo Montagna 2025, il driver del Phoenix Racing Team, al volante della sua Mitsubishi Lancer Evo IX 3.0 Evo, ci arriva come leader di Categoria 1, quella delle “closed cars”, a punteggio pieno (150) e con un vantaggio consistente sui rivali più temibili, il croato Matija Jurisic (105,5) e il ceco Marek Rybnicek (105).
Poi si sa, appena scatta il verde viene naturale al nostro eroe pigiare il piede destro, però qui bisogna fare massima attenzione. Il tracciato è così breve che non perdona errori. Quattro le manche di prova domani, tre le manche di gara domenica. L’anno scorso in Gruppo 3 vinse l’alemanno Erwin Buck su Vw Spiess Scirocco, miglior crono in 1’02”501 a 116,92 km/h, tanto per dare un riferimento. Al momento le previsioni dicono gara bagnata e sul viscido O’Play sa andare forte. Però Antonino Migliuolo, il suo alter ego con la testa sulle spalle, dice che bisogna ragionare, governare l’istinto e non lasciarsi prendere dalla smania di risultato.