Driver

Non ce l’ha fatta Dario Caso a riconquistare il titolo nella “Challenger” della Nascar Whelen Euro Series

BATTUTO NELL’ULTIMA GARA DELLA STAGIONE A ZOLDER, CEDE IL PRIMATO AL GIAPPONESE KENKO MIURA DOPO AVER RICONQUISTATO MOMENTANEAMENTE LA VETTA
Claudio Roselli 23 Ottobre 2018

Non ce l’ha fatta sul filo di lana, Dario Caso, a riconquistare dopo due anni il titolo nella categoria “Challenger” della Elite 1 nella Nascar Whelen Euro Series, la cui edizione 2018 ha conosciuto il tradizionale epilogo sul circuito belga di Zolder. Il pilota della Speed Motor, al volante della Ford Mustang, si era ripreso la vetta al termine di gara 1, per poi perderla definitivamente in gara 2 a favore della Toyota Camry condotta dal giapponese Kenko Miura, che quindi è il nuovo campione della “Challenger”. Alla vigilia dell’ultima tappa, c’è in testa alla classifica Mauro Trione (Chevrolet Camaro), seguito da Miura e da Caso: sei soli punti dividono la prima dalla terza piazza, anche se l’atto finale diventa da subito una questione a due fra Miura e Caso, che in gara 1 parte dietro per poi superare il diretto avversario e precederlo sotto lo striscione del traguardo di oltre 2 secondi e mezzo. Caso è avanti in classifica per un solo punto, ma chiaramente non è fatta e la cronaca della decisiva gara 2 la affidiamo alle dichiarazioni del molisano di Viterbo: “Nella bagarre creata da un incidente – ha spiegato Caso – Miura è riuscito a defilarsi, mentre io sono rimasto bloccato e ho perso 6-7 posizioni. A quel punto, è iniziata per me una lunga rincorsa fino a quando, all’ultimo giro, non ho di nuovo inquadrato Miura nell’obiettivo. L’unico tentativo di sorpasso da me fatto, praticamente ai limiti dell’impossibile, non mi è riuscito e Miura mi ha così preceduto. Ci fosse stato un altro giro a disposizione, forse l’impresa sarebbe andata in porto, perché stavo girando veramente forte”. Un secondo posto che lascia quindi l’amaro in bocca? “Senza dubbio, quando un obiettivo sfuma per un nonnulla c’è sempre un pizzico di delusione, dato dalla consapevolezza di aver avuto i mezzi giusti per potercela fare, però faccio i complimenti a Miura: ha meritato la vittoria finale nella “Challenger” perché non ha sbagliato, o comunque perché nell’arco della stagione ha tenuto un comportamento più regolare, che alla fine lo ha premiato. La punta di amarezza è tuttavia smorzata dal fatto che mi sono pur sempre divertito e che ho concluso 16esimo nella classifica assoluta, risultato che reputo di tutto rispetto”.