Altro Cronoscalate 26ª Salita del Costo  

La salita del Costo in un report un po’ diverso

Paolo Venturi 13 Aprile 2017

Gubbio, Trofeo Fagioli 2016, il pilota qualunque aveva organizzato una trasferta a metà tra il turistico ed il competitivo, niente meccanici ma solo sua moglie, sua figlia ed il suo ragazzo; doveva quindi arrangiarsi da solo per l’assistenza ed infatti stava regolando la tensione della catena della sua Elia Suzuki tra una manche e l’altra quando uno dei tanti appassionati gli aveva rivolto una domanda ed avevano iniziato a chiacchierare.

Io sono Beppe, vengo da Rivoli e sono qui a Gubbio in moto con mia moglie Simona, per vedere la gara sai, ho anche io una macchina che è un poco simile a questa anche se è stradale, è una Caterham con motore Yamaha 1000. Era stata una bella chiacchierata e Beppe, aveva confessato che gli sarebbe davvero piaciuto avere una macchina simile alla Elia e fare una vera gara.

E’ sicuramente una bella idea, aveva sentenziato il pilota qualunque, ed aveva consigliato di cercare una Elia, che solitamente ha un buon rapporto qualità prezzo, oppure una Radical.

Vedi quel signore? E’ Tonino Esposito, e sulle Radical può dirti tutto e di più.

Erano rimasti in contatto su Facebook ma il pilota qualunque non si sarebbe mai aspettato che Beppe appena arrivato a casa mettesse subito in atto i suoi propositi; chi può essere tanto pazzo da pensare di debuttare subito su un prototipo anche se con motore moto, senza avere fatto nessuna gavetta con una macchina turismo?

Invece Beppe si era procurato in Francia una Radical Prosport con un vecchio motore Kawasaki 1.100 a carburatori e aveva iniziato a prepararla per la stagione delle salite 2017.

Il pilota qualunque era felice di avere un nuovo avversario che rimpinguasse gli scarni elenchi dei partenti nella E2SC 1.400 e quindi aveva fornito a Beppe tutta la consulenza richiesta, in questo compito affiancato da tutta una schiera di amici tra i quali, ovviamente Tonino da Sorrento.

Sulla pagnia Facebook di GT Cars, questo era lo pseudonimo di Beppe Torrente, il pilota qualunque seguiva gli sviluppi che Beppe stava facendo sulla Radical. C’era però uno scoglio da superare, per correre con un prototipo, serve l’abilitazione altrimenti niente licenza. Beppe si era quindi organizzato per conseguire l’abilitazione al Mugello, mentre la passione e la tensione per l’imminente debutto si facevano sempre più grandi.

In una bella giornata di sole si era presentato al Mugello, scortato da Simona armata di macchina fotografica ed era entrato in pista per dimostrare all’esaminatore della CSAI che era in grado di condurre una vettura Sport.

Un giro di riscaldamento e poi inizia il primo giro lanciato; giù il piede sui curvoni del Mugello ma, orrore! Cosa succede? Un rumore improvviso aveva avvertito Beppe che una biella non aveva voluto saperne di rimanere nel carter motore! Olio ovunque e disperazione al massimo.

Simona in gramaglie ai box mentre veniva esposta la bandiera rossa e Beppe che non spuntava all’inizio del rettilineo. Dopo mezz’ora riappariva sul carro attrezzi ed era un uomo pressoché annientato.

Ovvio che il commissario CSAI non poteva dare l’abilitazione e quindi si prospettava un mesto ritorno a casa senza né abilitazione ne macchina.

Mentre se Beppe se ne stava piegato sulla rossa Radical meditando sulla sfiga, proprio come nei film, era passato di là un pilota Svizzero e gli aveva chiesto cosa era successo. Beppe non aveva avuto neppure la forza né la voglia di spiegare l’accaduto che l’angelo Svizzero gli aveva detto “perché non usi la mia Porsche GT3? Basta che non la tiri a muro….” Ovviamente sembra un racconto di fantasia, ma vi assicuro che andò proprio così. Beppe si era installato alla guida della Porsche da 270.000 euro dopo che l’abilitatore della CSAI gli aveva detto che però avrebbe dovuto girare in un tempo non più alto di 5” rispetto a quello dello Svizzero che, tra l’altro, non era esattamente l’ultimo arrivato.

Pensate che razza di esame! Ebbene, non ci credrete ma Torrente Giuseppe aveva fatto solo 3 secondi più dell’angelo Svizzero in tuta omologata.

L’abilitazione era conseguita!!! Per la verità ora però mancava il motore…….

Ed ecco che entra in campo il pilota qualunque; si era sentito con Beppe che gli aveva raccontato la storia del Mugello e, naturalmente, si era offerto di vendergli il suo motore di scorta che era un Suzuki 1.300, vecchiotto ma sicuramente molto più evoluto del Kawasaki 1.100 a carburatori.

Dopo due giorni Beppe si era presentato in officina da Luciano Gallina, il motorista del pilota qualunque ed aveva ritirato il motore Suzuki e, per non sprecare tempo, sulla via del ritorno aveva fatto un paio di giri sulla strada del Costo….

Mancava solo un mese al fatidico 9 Aprile, la data della salita del Costo e il motore Suzuki doveva essere adattato al telaio Radical, con tutti gli annessi e connessi, sia di meccanica che di elettronica…

Mettendo alla frusta il suo meccanico, la Radical rossa era venuta pronta giusto un paio di giorni prima della data del debutto.

Si perché anche Beppe, come Cesare Ragazzi, aveva un’idea meravigliosa in testa, prima gara della vita e subito su un prototipo. Uno deve proprio essere pazzo….

Al giovedì sera si erano trovati nel paddock del Costo ed avevano parlato fino a tardi, il pilota qualunque aveva le sue gatte da pelare con la macchina evoluta ma con un sacco di dettagli lasciati a metà e Beppe era invaso dai dubbi; avrebbe passato le verifiche oppure sarebbe incappato in un commissario che lo avrebbe rimandato a casa e poi, dopo, come se la sarebbe cavata in prova ed in gara?

Il “pilota qualunque” Paolo Venturi

Il pilota qualunque aveva dormito il sonno del giusto mentre Beppe si era girato e rigirato tutta la notte sudando come non mai mentre sua moglie, che lo conosceva bene, cercava di calmarlo.

Alle verifiche sportive, il primo intoppo: certificato medico lasciato a Rivoli. Per fortuna il verificatore aveva accettato una foto del certificato mandata per what’s app.

Le verifiche tecniche invece, erano filate via al meglio e sia Beppe che il pilota qualunque avevano avuto il famigerato timbro della verifica annuale!

Il sabato delle prove però già incombeva e i nostri due piloti erano pronti a verificare sul campo le loro qualità. Nella salita di prova, il pilota qualunque stampava un buon 11° tempo assoluto (probabilmente gli altri stavano dormendo) mentre nel secondo girò, mentre viaggiava circa un secondo al chilometro più veloce della prima salita, un dado della ruota posteriore si era allentato e non era andato oltre il 15° tempo. E Beppe? Questo è il punto; era là davanti al pilota qualunque per un decimo di secondo!

Questo è un marziano oppure ha un gran culo! La rossa Radical era ancora intera eppure questo debuttante era stato velocissimo.

Il pilota qualunque era uno sportivo vero ma, in quanto tale, non aveva troppa voglia neppure di dare strada al nuovo arrivato, soprattutto dopo avergli fatto da tutor per tutto l’Inverno. Insomma un po’ di rispetto per gli anziani! Aveva quindi dato disposizione ai suoi meccanici di intervenire sui rapporti e su quelle altre quattro o cinque cose che in prova non avevano funzionato alla perfezione. Beppe, invece, si doveva arrangiare da solo o meglio, con l’aiuto di Simona anche perché, solo per togliere le carene, di derivazione stradale, bisognava essere in due (se non in tre).

Anche Domenica il tempo era splendido e sul Costo si erano affollati migliaia di appassionati, tra i quali anche Graziella da Belluno, una delle fans più sfegatate del pilota qualunque, che si era presentata al paddock con suo marito e due bottiglie di prosecco per il suo pilota preferito.

Il momento della gara era arrivato velocemente e, fin dal via, il pilota qualunque aveva capito che la sua macchina quella mattina era un razzo, dove la buttava lei stava e dopo i primi metri aveva preso proprio un bel ritmo. All’arrivo aveva visto un 4’47” ed aveva esultato per avere abbassato il tempo delle prove di oltre 10 secondi. Quattordicesimo assoluto e, soprattutto, sesto tempo assoluto nell’ultimo settore di gara, quello più guidato dove la piccola Elia aveva fatto valere la sua agilità sopravanzata solo dai soliti mostri sacri Faggioli, Merli, Macario…..

E Beppe Torrente? Quel pazzo era 20° assoluto! Ditemi chi, alla prima gara della vita, può andare così forte; un vero manico.

Il pilota qualunque era felice, era arrivato ad un solo decimo da Domenico Dall’O from Belluno, da tutti reputato un gran manico, Beppe era tornato a debita distanza, ma era pur sempre ventesimo assoluto ed anche lui era l’uomo più felice del mondo. Simona infine, poteva tornare a casa tranquilla, senza dover consolare la sua metà.

Le premiazioni erano stato l’ultimo atto di quella splendida giornata poi si erano lasciati per fare ritorno a casa. Ognuno portava con se alcune istantanee di quella gara, la curva che si avvicina a velocità impressionante, il pubblico che ti applaude mentre ridiscendi, gli amici che hai re-incontrato dopo l’inverno soprattutto Renzo Maggiani che dopo un brutto botto a Rechberg era risalito sulla Osella PA 21.

Il pilota qualunque sa, come fosse un piccolo Hamilton, che c’è un nuovo piccolo Vettel che lo aspetta alla prossima gara e quindi tutto si fa più interessante anche perché si sa, “age is not a limit”!

Ci vediamo Beppe.