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Forche caudine nelle Salite Siciliane 2019

Max Lo Verde 6 Novembre 2019

Con la “Floriopoli Cerda” dello scorso 27 ottobre si è chiusa la lunga stagione delle cronoscalate siciliane che si era aperta a maggio con la Val d’Anapo Sortino. Sono state ben otto le salite che si sono disputate in Sicilia, delle quali l’ultima, quella di Floriopoli, era valida solo per il regionale auto storiche; a questa si sarebbe dovuta aggiungere la Catania Etna che ormai da nove anni è ostaggio di “prescrizioni di sicurezza” inattuabili: se non fosse tragicamente vero ci sarebbe da sganasciarsi dalle risate a leggere cosa, secondo la commissione di vigilanza, è necessario fare per allestire una cronoscalata sull’Etna, a partire da reti metalliche, alte più di due metri, da piazzare ai lati del percorso per ingabbiare le feroci belve (vedi spettatori) ed impedir loro di avvicinarsi al percorso.
Di questo tunnel non si intravede l’uscita e di fatto è stato cancellato un settore sportivo con il relativo importante indotto economico, turistico e di valorizzazione del territorio di tutta la provincia catanese dove si disputavano negli anni passati quasi una ventina di slalom e tre cronoscalate… applausi please.
Quello del confronto con le forze dell’ordine è un tema caldo, che è diventato incandescente alla recente Termini Caccamo dove la polizia, invece di occuparsi solo dell’ordine pubblico è arrivata a controllare i pass rilasciati dall’organizzazione, compito dei commissari di percorso, impedendo l’accesso se il pass veniva ritenuto “non idoneo” ed in qualche caso strappandolo dal collo al detentore!! Il clou si è raggiunto alla partenza del futuro vincitore della gara “Mimmo” Cubeda, che non prende il via se non dopo il rito vero e proprio del saluto del papà Sebastiano, presidente della Scuderia Cubeda Corse, sulla linea di partenza: per la polizia il pass del presidente non era idoneo e lo ha bloccato… Cubeda, appena il figlio si è diretto alla linea dello start, è di fatto sfuggito al blocco (portava i lividi sul bicipite sinistro del tentativo di fermarlo) ed ha salutato come al solito l’ignaro Domenico che poi ha vinto la gara. Visto che lo abbiamo citato, Domenico Cubeda si è laureato ancora una volta Campione Regionale raddrizzando solo in parte una stagione che doveva vederlo impegnato nel CIVM e che si era drammaticamente trasformata in calvario a causa di un incidente stradale alla fine di aprile, alla vigilia della seconda prova a Sarnano (MC) dopo aver vinto la prova di apertura a Luzzi. Cubeda ha subìto in quell’occasione la frattura dello sterno che lo ha di fatto escluso dalla lotta del CIVM.
Il Regionale era stato fino all’ultima prova dominato da Samuele Cassibba, che si è aggiudicato il suo primo “assoluto” alla Cefalù Gibilmanna, al volante della piccola Osella spinta da un motore Suzuki di soli mille centimetri cubici, ma che ha siglato un doppio zero in casella nelle due prove del CIVM siciliane che assegnavano punteggio doppio: un problema tecnico lo ha fermato ad Erice, ed un brutto incidente a Caltanissetta dove è rimasto senza freni alla prima violenta staccata. Per lui, e per l’inossidabile papà Giovanni, che alla fine lo ha preceduto di mezzo punto, comunque una grande stagione. Era iniziata a Sortino avevamo già detto e da qui apriamo un capitolo dedicato ad uno dei momenti più difficili nei weekend di gara: le verifiche tecniche, vere e proprie forche caudine per i piloti. Quest’anno se ne sono viste di ogni specie, ma chi ha indossato casco e tuta purtroppo sa bene che il momento del confronto con i tecnici spesso genera tensioni perché non si è mai certi che quello che è andato bene ad un tecnico vada bene anche ad un altro.
La stagione è iniziata a Sortino dicevamo, e per Domenico Polizzi è stato un calvario che ha raggiunto momenti di altissima tensione. Polizzi si è presentato il venerdì con una “verifica unica”, effettuata prima della gara da un tecnico nazionale, proprio per non avere problemi. Il sabato mattina però il tecnico responsabile delle verifiche della gara ha voluto controllare lo stesso la vettura (non si sa mai… il collega magari aveva barato o non era bravo quanto lui a scoprire magagne) ed infatti… per l’illuminato tecnico il serbatoio della Elia Avrio (curata direttamente nella factory di Simeri Crichi) non era conforme: nella fattispecie gli veniva contestata una difformità tra alcuni dati del certificato del costruttore del serbatoio rispetto al serbatoio stesso. Interpellato telefonicamente dagli Elia il costruttore ha confermato l’assoluta conformità del serbatoio (da poco revisionati con tanto di fattura), ma trovandosi in Austria non poteva inviare documentazione alcuna.
Polizzi ha disputato le prove del sabato, la domenica ha preso parte a gara uno ma, al momento di schierarsi per gara due gli è stato comunicato che poteva prendere il via, ma che era stato squalificato…! Cose mai viste… quindi il pilota ha affrontato la seconda parte di gara consapevole di correre per nulla. E se, con la mente annebbiata dalla rabbia, avesse dimenticato una curva? Si può far gareggiare un pilota in queste condizioni? Soprattutto se si ritiene che la vettura non sia regolare in un componente fondamentale per la sicurezza? Ovviamente il lunedì dopo la gara è stata prodotta tutta la documentazione che dimostrava che il tecnico magari dovrebbe cambiare mestiere, e che il serbatoio doveva essere ritenuto conforme quanto meno fino alla fine del 2019, ma tant’è… Polizzi è rimasto escluso dalla classifica e sul passaporto tecnico risultava ancora la non conformità del serbatoio in occasione della gara casalinga a Giarre, nonostante gli sforzi dell’inferocito costruttore Elia, ed interpellanze in federazione da parte della scuderia di appartenenza.
Sempre in tema di verifiche ad Erice lo “storico” piazzale Ilio, molto ampio, non è stato più il luogo delle verifiche e la nuova location si è rivelata per i piloti uno stagno nel quale era difficile trovar posto ed è diventata un’occasione per rimpinguare le casse comunali con numerosi verbali elevati ai piloti in fila per le locali forche caudine. Un modo bizzarro di promuovere la gara.
Un altro episodio, tanto grave quanto complicato, si è consumato alla Monti Iblei, al limite dell’incidente diplomatico con la Repubblica di Malta, dato che è stato escluso Joe Anastasi, il capofila della compagine maltese che avrebbe dovuto disputare la sua decima Monti Iblei (gareggia dagli anni settanta). A tal proposito ci sono da fare delle doverose premesse: tra la federazione italiana e quella maltese c’è da anni un progetto di collaborazione, in Acisport hanno aiutato molto la formazione di tecnici competenti (speriamo più di alcuni italiani); ad Erice dello scorso anno ad esempio era presente una delegazione maltese in affiancamento per studiare le varie fasi di una gara. In questo clima nel recente passato ai maltesi sono state perdonate in verifica cose eclatanti, come vetture con parabrezza in plexiglass, e peccati veniali come E2SC con cofani posteriori non conformi a vista; i piloti venivano avvisati ed alla gara successiva dovevano presentarsi con tutto a posto. Ma la Mini “old” di Anastasi di verifiche in questi anni ne ha passate decine in Italia, e mai prima d’ora gli era stata contestata una non conformità del rollbar della sua vettura, che tra l’altro ha un certificato Fia ed è l’unico con tale omologazione disponibile sul mercato per la vecchia vetturetta inglese. Quindi? Sono degli incompetenti le decine di tecnici che sinora avevano “promosso” la macchina di Anastasi o….
Delle due l’una: o hanno “sbagliato” prima o hanno “sbagliato” ora.
In realtà il protagonista ritiene che la sua esclusione sia nata per motivi “politici” ed abbia dei “mandanti” precisi: qualcuno infatti non gli avrebbe perdonato l’attività parallela di promozione delle prove libere in pista a Racalmuto, pista “scomunicata” da Acisport, ma molto amata dagli sportivi e dai maltesi in particolare, e visto che le pressioni sulla federazione maltese di ritirargli la licenza non avevano ottenuto risultati, hanno provveduto alle verifiche. Fantasie? Certo il dubbio è lecito, in considerazione anche della surreale verifica in oggetto, avvenuta all’imbrunire, con il tecnico che ha aperto lo sportello, si è abbassato a guardare un attimo all’interno, si è rialzato ed ha sbarrato la scheda di verifica, dichiarando il rollbar non conforme.
Quando Anastasi ha mostrato il certificato del rollbar, con tanto di timbro e firma, ma ricevuto per mail, la motivazione si è trasformata in esclusione per documentazione non “in originale”… Ora, senza entrare ulteriormente nel merito, se qualcuno dei protagonisti avesse letto i commenti degli inferociti sportivi maltesi sui social in relazione all’argomento, forse qualche domanda se la sarebbe posta: l’aggettivo più benevolo era “mafiosi”.
L’obiettivo comunque, se davvero si ipotizza un “disegno” alla base dell’episodio, è stato centrato in pieno: Anastasi non parteciperà più a gare di Acisport e con lui decine di potenziali piloti che sfogheranno la loro passione altrove. Di certo senza l’ansia delle “forche caudine”.
Chi ci ha perso? Di sicuro lo Sport. Alla prossima.